27.1.12

Resoconto della 665ª seduta pubblica al Senato della Repubblica, giovedi 26 gennaio 2012

PRESIDENTE. Segue l’interrogazione 3-02525 sulla crisi del gruppo
farmaceutico Sigma-Tau.
Il rappresentante del Governo ha facolta` di rispondere a tale interrogazione.
DE VINCENTI, sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico.
Signora Presidente, il senatore Passoni espone nella sua interrogazione la situazione critica del gruppo Sigma-Tau e chiede quali siano a questo riguardo le valutazioni del Governo e se il Ministro dello sviluppo economico abbia intenzione di convocare un tavolo nazionale. In realta`, senatore Passoni, il tavolo e` gia` stato convocato.
Veniamo allora alla situazione del gruppo. In questo caso esporro` a voce le mie considerazioni, mentre chiedo di allegare al Resoconto della seduta come ulteriore informativa l’appunto predisposto dal Ministero.
Sappiamo che la farmaceutica vive una fase di grande trasformazione a livello mondiale e che, in particolare, le attivita` di ricerca dei grandi gruppi farmaceutici stanno ridislocandosi nei vari Paesi e stanno anche
cambiando forma. C’e` una crisi della ricerca tradizionale dell’industria farmaceutica, che sta cercando nuove strade. All’interno di questo processo stiamo assistendo nel nostro Paese a situazioni in parte positive e
in parte negative; prevalgono forse quelle negative (penso al problema dell’uscita della Glaxo dallo stabilimento di Verona), pero` ci sono anche alcune situazioni positive di investimenti di imprese, anche nel settore ricerca e sviluppo, anche se normalmente gli investimenti delle imprese farmaceutiche
in Italia sono prevalentemente sul versante della produzione.
Posso dire che il Governo ritiene essenziale per il nostro Paese un futuro di sviluppo per l’industria farmaceutica: su questo tornero` fra breve, dopo aver trattato il tema Sigma-Tau, per dire quali sono gli indirizzi complessivi del Governo sulla farmaceutica, all’interno dei quali poi le situazioni
delle singole aziende andranno affrontate.
La Sigma-Tau e` un’azienda italiana, leader a livello mondiale, una delle poche che ancora il nostro Paese ha: quindi per noi l’integrita` della filiera della Sigma-Tau, dalla ricerca di base fino alla produzione, e` fondamentale per il Paese. E` anche un’azienda che ha avuto momenti di grande innovazione sul terreno farmaceutico, e quindi costituisce una realta` di punta del nostro Paese, che sarebbe terribile dilapidare. L’azienda ha anche mostrato capacita` di espansione, come ricorda lo stesso senatore Passoni, per esempio con l’acquisizione della societa` americana Enzon, specializzata in farmaci orfani, con la quale ha cercato di conseguire una diversificazione produttiva, e anche nelle attivita` di ricerca, verso i farmaci che curano malattie rare, quelle rispetto alle quali c’e`, per un verso, meno attrattiva di mercato e, per altro verso, c’e` forse un pezzo rilevante del futuro e dell’innovazione.
Sappiamo pero` che c’e` oggi una situazione di difficolta` del gruppo Sigma-Tau nel nostro Paese. Il senatore Passoni ricorda nella sua interrogazione la successione dei fatti, in particolare l’emergere di una crisi nel
sito produttivo di Pomezia e poi nei due centri di ricerca di Milano e Caserta.
La questione e` arrivata all’attenzione del Governo nel mese di novembre scorso e, a dicembre, abbiamo convocato per la prima volta il tavolo, anche alla luce del fatto che la societa`, nel frattempo, aveva dichiarato
la sua intenzione di mettere in cassa integrazione a zero ore per crisi aziendale 569 dipendenti dello stabilimento di Pomezia.

Abbiamo convocato le parti il giorno 15 dicembre presso il nostro Ministero. L’azienda ha presentato un piano, che prevede una riorganizzazione del gruppo in Italia, con l’accentramento e lo snellimento di alcune funzioni aziendali, l’eliminazione di due linee di informazione scientifica del farmaco, l’abbandono di alcuni progetti di ricerca, in particolare una riduzione dell’impegno nella ricerca di base, la riorganizzazione dell’attivita` produttiva e l’esternalizzazione e appalto di alcuni servizi. La societa` ha anche manifestato la disponibilita` a gestire in modo concordato eventuali situazioni di esubero, che peraltro sembrano abbastanza probabili alla luce degli avvenimenti che si sono poi susseguiti.
La Regione Lazio si e` molto attivata su questa vicenda e ha partecipato all’incontro al Ministero dello sviluppo economico, dove, oltre al Ministero e alla Regione Lazio, erano presenti il Comune di Pomezia, Unindustria Roma, Sigma-Tau e ovviamente le organizzazioni sindacali a livello
sia nazionale che territoriale e aziendale.
La Sigma-Tau, nel predisporre quel piano di riorganizzazione, ha sottolineato l’intenzione di mantenere la continuita` e l’integrita` dell’intera filiera produttiva nel nostro Paese. Tuttavia, non c’e` dubbio che da quel
piano emerge un ridimensionamento del lato ricerca.

Riguardo al ridimensionamento del lato informatori scientifici, anche questo naturalmente pone dei problemi di gestione degli esuberi, ma rientra in un processo che ha visto nel nostro Paese una riduzione complessiva
degli addetti all’informazione, che era decisamente sovradimensionata rispetto ad altre realta` comparabili e che risentiva di un’azione di induzione alla prescrizione da parte dei medici. Quindi, per quanto il problema vada ovviamente affrontato sul terreno delle conseguenze sociali, quindi degli ammortizzatori sociali e cosı` via, fa comunque parte di un processo di riorganizzazione dell’industria farmaceutica italiana, che riduce il lato induzione e dovrebbe sviluppare il lato ricerca e produzione.
E ` questo secondo aspetto che ci preoccupa: ci preoccupa il fatto che la Sigma-Tau riduca la ricerca di base e complessivamente l’impegno sulla ricerca nell’insieme, anche perche´ era una delle caratteristiche di Sigma-Tau, che era forse l’azienda italiana a maggiore incidenza delle spese in ricerca e sviluppo sul fatturato e a maggiore incidenza del personale addetto a ricerca e sviluppo sul personale totale (inferiore ai principali protagonisti del mercato internazionale, ma superiore alle altre italiane).
La linea di riorganizzazione dell’azienda adottata pertanto non puo` che preoccuparci, anche se dobbiamo tenere conto delle difficolta` reali che l’azienda sta incontrando.
Si e` usciti da quell’incontro del 15 dicembre scorso con una disponibilita`, che le organizzazioni sindacali hanno colto, da parte dell’azienda ad una gestione concordata della vertenza, quindi una sospensione della richiesta di cassa integrazione a zero ore, e con l’accordo di proseguire il confronto in sede regionale nella Regione Lazio. Ai primi di gennaio purtroppo e` risultato chiaro che questo confronto in sede regionale non sembrava approdare a conclusioni concordate, quindi abbiamo riconvocato il tavolo, che peraltro e` nazionale, quindi non riguarda solo il Lazio, anche se il problema del Lazio e` quello prevalente. Infatti, Milano e Caserta sono una realta` occupazionale minore, anche se in ricerca, quindi fondamentale; non e` stata chiesta la cassa integrazione: e` un processo di ristrutturazione e riconversione che l’azienda sta gestendo insieme con le organizzazioni sindacali. Invece, il punto piu` dolente sono i 569 lavoratori del
sito di Pomezia.

In ogni caso, al tavolo nazionale, riconvocato presso il Ministero il 13 gennaio scorso, il Ministero ha proposto come primo passo per la gestione del negoziato un ricorso non alla cassa integrazione a zero ore, ma alla cassa integrazione a rotazione, in modo da consentire ancora a tutti i lavoratori di restare all’interno dell’azienda; poi si vedra` come via via il processo andra` gestito. L’azienda ha rifiutato questa proposta del Ministero, che invece era stata recepita dalle organizzazioni sindacali. A questo punto, le posizioni sono rimaste lontane, quindi si e` creata una situazione di stallo nel negoziato. Noi riteniamo che le condizioni per una gestione concordata ci siano, ci sia la possibilita` di un rientro in azienda, in prospettiva,
di una parte dei 569 lavoratori coinvolti;
pero`, riconosco che siamo all’inizio di questo percorso.
Nel frattempo, dopo il mancato accordo del 13 gennaio, l’azienda ha richiesto la cassa integrazione a zero ore, e a questo punto intendiamo riconvocare nei prossimi giorni il tavolo e riprendere in mano il negoziato.
Ripeto, in questo momento siamo in una fase iniziale, anche se ribadiremo di nuovo all’azienda il passaggio dalla cassa integrazione a zero ore alla cassa integrazione a rotazione e poi la gestione negoziale del processo
di ristrutturazione che ci sta di fronte.

Concludo ricordando che questa vicenda va collocata nel quadro complessivo. Giustamente il senatore Passoni evidenzia che, negli ultimi anni, ci sono stati tagli alla spesa farmaceutica che hanno sicuramente inciso negativamente sulle prospettive del settore. Devo dire che, come il senatore Passoni ricordera` bene, avevamo tentato di dare stabilita` alle regole del mercato farmaceutico con la finanziaria per il 2008. Questo aveva ridato una certa credibilita` anche come attrattore di investimenti al nostro Paese. Purtroppo, negli ultimi due anni, si sono susseguite manovre di bilancio che hanno immancabilmente colpito la farmaceutica e hanno messo in discussione la stabilita` delle regole. Questo ha sicuramente contribuito a determinare una situazione molto difficile nel nostro Paese.
L’intenzione dell’attuale Governo e` di riprendere il tavolo della farmaceutica con il Ministero della salute; un tavolo, ovviamente, che non puo` che far capo al Ministero della salute, ma in cui ci sia un ruolo forte
del Ministero dello sviluppo economico, e non solo del Ministero dell’economia e delle finanze, acciocche´ nel rapporto con l’industria farmaceutica non prevalga solo l’ottica di contenere la spesa – peraltro giusta, sacrosanta – ma ci sia anche un ragionamento di politica industriale.
Il rilancio degli investimenti e dell’attrattivita` del nostro Paese su questo terreno passa molto per la stabilita` delle regole; poi possiamo tentare di fare qualcosa che non e` risolutivo, ma che insieme con la stabilita`
delle regole invece aiuta molto (anche se la stabilita` forse e` la cosa piu` importante di tutte). Abbiamo diversi strumenti su cui stiamo ragionando: dal credito d’imposta per ricerca e sviluppo, che a suo tempo fu imporante per il settore, ad altri possibili strumenti. Uno strumento che attivammo tre anni fa fu quello degli accordi di programma in cui, stanziando
100 milioni, abbiamo mosso piu` di un miliardo di investimenti, facendo leva sui 100 milioni attraverso accordi di programma gestiti dall’Agenzia italiana del farmaco con le aziende. Insomma, si tratta un po’ di ricostruire un quadro che purtroppo negli ultimi due anni e` stato particolarmente
eroso e reso instabile.
PRESIDENTE. La Presidenza l’autorizza ad allegare l’informativa
del Ministero.
PASSONI (PD). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facolta`.
PASSONI (PD). Signora Presidente, ringrazio il professore De Vincenti per la risposta ragionata e non formale ad un problema molto serio che riguarda 569 lavoratori, ma anche una delle aziende piu` importanti del nostro Paese in questo settore.
Lei ha pronunciato parole assai importanti riguardo alla vicenda della Sigma-Tau in se´, con giudizi che registro favorevolmente anche riguardo agli impegni che il Governo intende assumere sul tema della politica industriale.
Lei fa capo ad un Ministero sul quale nel prossimo periodo si addenseranno parecchi problemi di politica industriale, essendo stata totalmente espunta, nei tre anni e mezzo del Governo precedente, la voce politica industriale, che non e` mai ricorsa nelle scelte di politica del Governo.
Ci troviamo quindi nella condizione che tutti i settori hanno bisogno di essere riorientati in una politica che abbia un segno, un’idea, una prospettiva e che faccia anche delle scelte, scelte strategiche per gli interessi
di questo Paese.
Stiamo parlando di scelte strategiche per un settore, come quello farmaceutico, decisivo per lo sviluppo di questo Paese.
La vicenda Sigma-Tau francamente e` incomprensibile, per usare un eufemismo, nel senso che non si capisce davvero cosa significhi sottrarsi ad un confronto responsabile in un tavolo istituzionale nel quale tutte le carte siano messe giu`.
Ci sono 569 persone che non sanno perche´ e` successo quel che e` successo, ne´ cosa capitera` loro. Sanno soltanto che, all’improvviso, si sono trovati con un reddito ridotto consistentemente e in una situazione angosciante perche´ non sanno cosa capitera` loro. Le assicurazioni che vengono date dal management in una situazione come questa rischiano di creare piu` problemi di quanti ne risolvano, perche´ si scontrano con la realta` che e` diversa, con il fatto che l’azienda si rifiuta di discutere, di ragionare. Si decide la cassa integrazione a zero ore per tutti, negando la possibilita` di fare un ragionamento come quello che lei ha piu` o meno avanzato, una valutazione pensando ad un insieme di strumenti all’interno di un’idea di politica industriale chiara.
Si mettano le carte sul tavolo. Se ci si rifiuta di fare questo e` del tutto evidente che il tipo di tensione che si sta creando oggettivamente rischia di essere ulteriormente sovraccaricato.
Registro con favore il fatto che lei abbia confermato la volonta` di riconvocare il tavolo. Bisogna che pero` sortisca l’esito di azzerare la situazione, che tutti si facciano carico della crisi dell’azienda avendo chiaro
che tipo di crisi e`. Che cosa significa crisi dell’azienda? Che tempi ha questa crisi? Cosa si prevede per il futuro? Che futuro si sta prefigurando per questa azienda?
Se si taglia la ricerca, e quindi si tagliano gli investimenti che oggettivamente rappresentano il sale, la linfa di un’azienda come questa, che tipo di prospettive si hanno? L’azienda dovrebbe dire se e` cosı` davvero,
senza problemi, mettendo sul tavolo elementi veri e, se non e` cosı`, dica chiaramente se le scelte compiute al fine di internazionalizzarla stiano spostando il baricentro fuori dal nostro Paese.
Questo, per un grande Paese
come il nostro, significa perdere un settore strategico: impoverire prima e, alla lunga, perdere un settore strategico.
Qui c’e` bisogno, come lei dice, di un Governo che sia in grado di indicare un percorso e una strada, facendo scelte, la prima delle quali e` quella di «imporre» (uso il termine tra virgolette, perche´ nessuno puo`
chiamare i carabinieri per portare a un tavolo negoziale nessuno) politicamente che ci sia quel tavolo, in cui il sindacato e` disponibile a discutere.
Quando ci sono stati dialogo e confronto, le crisi aziendali in questo Paese si sono sempre tutte affrontate.
Ci sono tanti strumenti, ammortizzatori sociali che consentono di affrontare le crisi. Il problema e` se si sa la crisi dove porta, che sbocco e che finale ha. Infatti, se il finale e` che questi lavoratori staranno fuori,
se questa fosse tragicamente la scelta in campo (e tutti i segnali rischiano di andare su quel terreno, se non vengono immediatamente fermati e invertiti), allora e` del tutto evidente che non possiamo chiedere a questi lavoratori di farsi carico responsabilmente di una situazione che e` – e puo` essere, se ci venisse dimostrata – davvero difficile, transitoria, da affrontare con gli strumenti necessari,(ma in una transitorieta` che porta da qualche altra parte.
Lei ha detto che l’azienda e` disponibile a discutere e concordare gli esuberi. La strada e` esattamente quella. Allora questi 569 lavoratori in cassa integrazione straordinaria a zero ore finiscono lı`: il grosso finisce
lı`. Ma se finisce lı`, non solo c’e` un problema drammatico per le persone, ma anche per l’azienda, che si impoverisce a un punto tale da andare fuori mercato, proprio per il tipo di produzione che fa. Ricordo che si tratta di una produzione che ha bisogno di investimenti, di continua ricerca e di stare sempre in avanti. Se si impoverisce un’azienda cosı`, finisce.
Lei ha detto: politica industriale. C’e` sicuramente il tema del rapporto con il Ministero della salute (penso alle vicende di questi anni). Pero` ci sono degli strumenti che un Governo puo` mettere in atto per fare scelte
di politica industriale in settori strategici. Lei ha indicato alcuni di questi.
La stabilita` delle regole, in un settore come questo, diventa decisiva, perche ´ se ogni tre mesi si cambiano le regole e` difficile che un imprenditore possa decidere di investire continuamente nel settore. Ci sono anche i crediti per la ricerca, per l’innovazione e gli accordi di programma. Ci sono degli strumenti che possono essere messi in atto: occorre che il Governo acceleri, perche´ la crisi della farmaceutica e` una crisi che puo` ulteriormente espandersi. Ci sono cose che tengono ancora, ma anche situazioni di crisi, come lei ha citato, che gia` sono esplose.
Allora, «costringete» l’azienda a sedersi al tavolo e ad assumere le sue responsabilita`: responsabilita` anche sociali. Sı`, una grande azienda ha anche responsabilita` sociali, su cui e` chiamata a rispondere alla societa` e a quei lavoratori che hanno fatto delle scelte di vita e che si sono fidati dell’azienda. Leggevo i dati sull’anzianita` di questi lavoratori. Non e` un’anzianita` sempre elevata: ci sono anche lavoratrici e lavoratori di 35-40 anni, che, magari, dopo un periodo di precarieta`, come succede spesso di questi tempi, avevano immaginato di trovarsi in un’azienda forte, importante,
leader, come ha detto lei, e che oggi si trovano invece, all’improvviso, senza piu` sicurezza per il proprio futuro.

Qui c’e` una responsabilita` sociale dell’impresa cui un Governo come il vostro e` chiamato a rispondere.

Il Resoconto per intero è visualizzabile sul sito del Senato, così come il video della seduta.

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